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Basilea 2

Basilea 2 e l'accesso al credito (13/06/2005)

Il 96,8 per cento delle micro-imprese made in Italy non superano la soglia di rischio default fissata dall’accordo di Basilea come discrimine fra azienda sane e a forte rischio. Anzi, il 54 per cento delle piccolissime imprese rientra nella categoria "affidabile". In termini di rischiosità delle imprese, poi, le differenze fra nord, sud e centro non sono grandi, anche se il Mezzogiorno presenta elementi di maggiore debolezza. E’ quanto emerge da un’indagine Unioncamere su un campione di 11mila imprese di piccola dimensione. Due gli obiettivi della ricerca: valutare il livello di rischio che gli intermediari creditizi potranno utilizzare con le nuove regole di Basilea 2 e realizzare un benchmark di riferimento per le micro-imprese, utilizzabile nel processo di valutazione del merito del credito che le banche adotteranno. L’indagine mette in evidenza l’importanza della sc elta della forma giuridica: nelle prime classi di eccellenza rientrano solo il 5,1 per cento delle ditte individuali a fronte del 17,1 per cento delle società in accomandita semplice e del 19,7 per cento delle società in nome collettivo. Fra gli altri fattori che pesano sulla rischiosità delle imprese figurano l’internazionalizzazione e il numero dei collaboratori. In particolare, nella ricerca si legge che “la presenza nelle classi di solvibilità aumenta con l’ampliarsi dei confini commerciali", e che "al crescere del numero dei collaboratori diminuisce il rischio di insolvenza ".

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