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Giornalisti

PRIVACY: Inchiesta di Potenza continua... (21/03/2007)

"I rappresentanti dei giornalisti facciano innanzitutto i giornalisti, raccontino la verità. Dalla Federazione della stampa e dall’Ordine professionale provengono invece giudizi infondati e offensivi sul provvedimento del Garante privacy riguardo all’inchiesta di Potenza". Mauro Paissan, componente del Garante e giornalista, reagisce ad alcuni commenti critici sulla decisione dell’Autorità.

"Le riserve verso la nostra decisione sono ovviamente legittime e, come al solito, ne terremo conto. Ma è gratuitamente offensiva l’accusa che noi ci saremmo mossi solo in seguito a un caso che coinvolgeva un personaggio politico. Il Garante – precisa Paissan - è chiamato a intervenire quotidianamente a tutela di semplici cittadini colpiti da "malainformazione". Più volte abbiamo dovuto adottare provvedimenti di divieto di pubblicazione a favore della donna violentata di cui si è pubblicato il nome, della ragazza colpita dal morbo della mucca pazza di cui si rivelata l’identità, del minore gratuitamente esposto in pezzi di cronaca, dell’uomo del quale si rivelano dati sanitari assai delicati e così via. Questi nostri provvedimenti non fanno notizia, ma è la nostra attività quotidiana".

"É poi del tutto immotivata – afferma Paissan – la lamentazione sulla possibile restrizione della libertà informativa per effetto del nostro provvedimento. Noi ci siamo limitati ad applicare la legge in vigore e non è nei nostri poteri, ma nemmeno nelle nostre volontà, mettere in galera, comminare multe, mettere alla gogna e tanto meno mettere museruole. Limitazioni potrebbero venire semmai da nuove leggi, e alcuni comportamenti della categoria giornalistica sembrano purtroppo voler spingere il parlamento in questa direzione".

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