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FINANZIAMENTI: Legge 488 Stipula dei contratti, arriva la proroga

FINANZIAMENTI: Legge 488 Stipula dei contratti, arriva la proroga (30/08/2007)

E’ stato portato a 150 giorni il termine per stipulare i contratti di finanziamento della Legge 488, la proroga, richiesta dall’abi, si è resa necessaria causa la complessità dei contratti, e la difficoltà di raccordo tra i vari soggetti previsti dalla normativa.

Il nuovo termine è quindi 150 giorni dal ricevimento del decreto di concessione.

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    La riforma della riforma salva la 488
    Sarà il ministero dello sviluppo economico a decidere, entro il 2008, come dovrà essere la nuova 488. Sono infatti abolite le norme, relative agli indicatori, al rapporto con le banche e la cassa depositi e prestiti, che hanno costituito l’ossatura della legge.
    Sono state quindi accolte le richieste di coloro ( e noi tra questi) che richiedevano una semplificazione della legge, invece che la sua abolizione.
    I nuovi bandi saranno molto probabilmente settoriali, e potranno anche non prevedere una graduatoria, di certo non conterranno più l’obbligo del finanziamento bancario collegato a quello della cassa depositi e prestiti, ma potranno diversificare il contributo a seconda delle zone e dei settori (ad esempio solo finanziamento a tasso 0 al nord, oppure contributo del 20% sull’energia) tutto sarà riscritto dalla direzione generale incentivi nei prossimi mesi.
    Per il passato saranno invece definiti modi e tempi dei controlli, diminuendo anche la rigidità verso coloro che non sono riusciti a rispettare gli indicatori (rinvio dell’anno a regime) accellerando la chiusura del finanziamento, con l’eliminazione del decreto finale di concessione.
    Un buon presupposto quindi, il cui merito va anche a chi, nel ministero, ha evitato facili demagogie, ed ha proceduto verso la semplificazione ed il miglioramento, nell’interesse delle imprese.
    di Paolo Tamiro

    Il dibattito sugli incentivi
    E’ tuttaltro che certa l’abolizione degli incentivi di tipo valutativo (come la Legge 488) nel nuovo panorama nazionale.
    Anche se si parla molto di sostituzione degli incentivi con minori tasse sulle imprese, leggi come quelle a favore delle imprese che operano nelle aree depresse ed il cofinanziamento dei fondi comunitari non potranno essere eliminate.
    La gran parte degli aiuti rimarrà quindi nella disponibilità delle imprese.
    Prosegue nel frattempo la querelle sulla nuova disposizione degli incentivi alle imprese; mentre i vertici di confindustria richiedono un sistema a due vie (credito d’imposta e contratti di programma) molte aziende, anche grandi, protestano per la proposta di abolizione degli strumenti valutativi.
    Non si tratta solo della 488 in senso stretto, ma della necessità di uno strumento snello, si chiami anche Legge 500 , che assista le imprese negli investimenti di media dimensione.
    Dicevamo che molte aziende hanno risposto ad un questionario interno che confindustria ha inviato nelle settimane scorse, mantenedo il loro gradimento per gli strumenti valutativi, richiedendo minor burocrazia e magiore velocità.
    Nel contempo la carta degli aiuti è in via di approvazione, si attende quindi a breve l’avvio dei nuovi bandi.
    di Paolo Tamiro

    Perché abolire i finanziamenti agevolati è uno sbaglio
    Oltre 400 milioni di euro (da non restituire) alla St Microelectronics di Pistorio, azienda nel settore strategico dell’elettronica, che forse senza gli aiuti dello stato avrebbe chiuso da anni.
    400 milioni che avrebbero finanziato 3000 richieste di finanziamento al tasso medio del 2,5%, garantiti da immobili o garanzie reali (titoli etc).
    E’ questa la realtà evidente al di la delle delegittimazioni a mezzo stampa e delle dichiarazioni di D’Antoni.
    Partiamo dall’inizio.
    La Legge 488/92 è una normativa avviata nel 1995 per assegnare alle imprese industriali che investivano nelle aree depresse contributi a fondo perduto. Il meccanismo, rivoluzionario per l’epoca, assegnava gli aiuti sulla base di una graduatoria di merito, per indicatori: nuove assunzioni, capitale proprio immesso nell’iniziativa, percentuale di aiuto richiesto.
    La norma ha avuto grande successo ed ha funzionato benissimo sino al 1998 (non si riscontrano truffe in quel periodo).
    Dal 1998 la legge è diventata uno strumento utilizzato da alcuni politici per farsi pubblicità, è stata estesa a turismo, commercio ed artigianato, complicata notevolmente da circolari e decreti di modifica. La Legge è diventata la più nota in italia per quanto riguarda gli aiuti.
    L’istruttoria della legge è delegata alle banche, che hanno anche l’obbligo di verifica. Tuttavia queste, non rischiando nulla, licenziano spesso come positivi dei progetti irrealizzabili, nel contempo, dal 2002, i fondi resi disponibili dal governo Berlusconi diminuiscono e la gara per l’ingresso in graduatoria avviene prevalentemente tramite la presentazione di indicatori palesemente alterati e irrealistici. Chi non inserisce parametri "adeguati" rimane fuori graduatoria.
    Alcune (circa il 10%) delle pratiche ammesse in graduatoria sono delle truffe palesi, altre commettono irregolarità formali, ma rimangono vittima del clima di caccia alle streghe scatenatosi nel frattempo.
    Le truffe vengono comunque smascherate, in quanto la Legge è sotoposta a 3 gradi di controlli, Banche concessionarie (che controllano tutte le pratiche), Ministero e guardia di finanza (che realizzano controlli spot).
    Nel contempo, mentre le verifiche si scatenano sulla 488, che ormai gestisce pochi fondi, la gran parte dei soldi viene assegnata senza graduatoria e con discrezione assoluta del ministero delle attività produttive, con i contratti di programma.
    Il contratto di programma si rifà, per legge, alla stessa normativa della 488, ma senza bando. Sino al 2006 finanzia, con percentuali varibili dal 65 al 90%, programmi proposti da consorzi d’imprese spesso improvvisati, e da grandi imprese. Non esistono effettivi parametri di merito.
    Si concedono aiuti minimi di 25 milioni a contratto, all’esercizio 2005 erano stati approvati 90 contratti di programma, a cui sono stati concessi aiuti pari a 3.917.000.000 di euro (quasi quattro miliardi) di cui il 62,5% a consorzi di Pmi. Non esistono dati su controlli effettuati dalla finanza, semmai realizzati.
    Invitiamo tutti, a controllare anche i reali destinatari degli aiuti, se esistono amicizie politiche o consulenze prestate a favore di società in cui compaiono esponenti politici.
    In sintesi mentre si concentrano azioni ed articoli della stampa sulla 488, il ministero assegna senza graduatoria, ad aziende, a suo giudizio inappellabile qualificate, aiuti pari al doppio di quelli distribuiti con la 488.
    Nel 2005 non vi sono bandi della 488, ed i soldi assegnati sono pochissimi. La 488 è ormai una legge civetta.
    Nel 2006, in prossimità delle elezioni, avviene finalmente una riforma, migliorabile ma validissima.
    La legge concede finanziamenti agevolati, e pretende la partecipazione del sistema bancario. In pratica la metà dell’investimento è coperto da un finanziamento bancario. Le banche non si fanno raggirare facilmente, e tutto funziona.
    Il bando è un successo, i fondi non bastano, il Ministero, per bocca del sottosegretario D’Antoni, elogia la legge e promette i fondi (non più di 100 milioni) per finanziare le imprese del Sud, che non avrebbero altrimenti accesso al credito.
    Sempre il Ministero (D’Antoni) annuncia subito un nuovo bando, ma i soldi non li mette.
    Ad Aprile lo stesso D’Antoni si riavvolge nuovamente su se stesso, ed annuncia che la 488 è stata un disastro e va abolita.
    Al suo posto un mix composto da credito d’imposta, di cui parleremo dopo e CONTRATTI DI PROGRAMMA.
    Il primo risultato lo si vede ad inizio articolo, si sono lasciate a secco 3000 aziende che chiedevano un finanziamento, ma si sono dati 400 milioni ad una sola.
    PERCHE’ LE MISURE PROPOSTE DAL GOVERNO NON FUNZIONANO.
    Tutte le statistiche svolte relativamente alle imprese del Sud evidenziano principalmente tre problemi: Difficoltà di accesso al credito, piccola dimensione, poca tecnologia.
    La 488 nell’attuale formula risolve almeno due di questi problemi. Infatti la cassa depositi e prestiti finanzia il 40 - 50 % della spesa, mentre le banche fanno la restante parte. E’ ancora possibile teoricamente accedere ad un piccolo contributo (circa il 20 - 30%). Il parametro principale per accedere in graduatoria è il carattere tecnologico dell’investimento.
    invece il governo propone.
    CREDITO D’IMPOSTA, da detrarre solo sulle imposte dell’esercizio in corso, e (dopo sei mesi dalla dichiarazione dei redditi del periodo) anche sull’iva, pari al massimo concedibile, sugli investimenti in macchinari attrezzature brevetti e software, al netto degli ammortamenti.
    Il sistema aiuta solo chi ha investito poco in passato, ma ha credito dalle banche per effettuare le spese necessarie. Quindi nuove imprese create da soggetti facoltosi, o aziende esistenti a bassa tecnologia, che improvvisamente investono.
    Ci aiutiamo con un esempio per capire meglio.
    Piccola impresa che ha un amortamento annuo per macchinari di 100.000 euro per tre anni in una zona ad aiuto del 40% deve realizzare un piano di crescita che prevede il primo anno (2007) 150000 euro di spesa, il secondo 100.000 ed il terzo 200.000.
    Innanzitutto non può proporre un progetto d’investimento da realizzare in tre anni, ma portare in detrazione di anno in anno le spese. Se la legge venisse sospesa non avrebbe quindi alcuna tutela.
    Torniamo all’esempio:
    il primo anno avrebbe un credito pari al 40% di (150.000 meno 100.000) = 20.000. il credito sarebbe usufruibile a partire dal saldo dele imposte per il periodo (quindi Luglio 2008) l’eventuale eccedenza potrebbe essere portata in compensazione da Gennaio 2009!
    Secondo anno: spesa 100.000 ammortamenti 130.000 credto: zero
    Terzo anno: spesa 200.000 ammortamenti 150.000 credito 40% per 50.000 = 20.000, spendibile dal Luglio 2010.
    Risultato: investimento 450.000 credito 40.000. meno del 10%
    Quando l’impresa ha vantaggio?
    Solo se investe tutto nel primo anno, forzando quindi la crescita ed indebitandosi (sempre che una banca glie li presti).
    CREDITO D’IMPOSTA SUI NUOVI ASSUNTI
    Si tratta di un credito da definire, per i nuovi assunti a tempo indeterminato. Non è un aiuto agli investimenti e può comportare al limite un po di emersione di lavoro nero.
    ZONE FRANCHE URBANE
    Si tratta di 15 zone in cui sarà ridotta la tassazione (tra cui l’ici), le aree sono nei quartieri degradati in mano alla malavita. Si stanno già levando numerose voci che sottolineano l’inutilità di questo strumento se non si garantiscono legalità e sicurezza (attualmente non pervenute) rischiando di portare solo speculazioni e vantaggi per chi già controlla il territorio.
    CONTRATTI DI PROGRAMMA E INDUSTRIA 2015
    Fondi assegnati direttamente dal ministero alle aziende, tra quelle che ne presentano richiesta, ritenute più meritevoli.
    Nessuna equità e parametro oggettivo di valutazione.
    UN’ ASPETTO ECLATANTE.
    Nessuna di queste misure prevede controlli! si abolisce quindi una legge che prevede 3 gradi di controllo e la compartecipazione delle banche, per sostituirla con misure che assegnano 4 miliardi a 95 imprese, a trattativa privata, e crediti d’imposta non fruibili, privi di alcun controllo.
    Chiediamo una politica della legalità e contro lo spreco. Chiediamo che non si parli solo di "truffe alla 488" ma di come sono stati gestiti i miliardi degli incentivi dal governo Berlusconi, e di come lo saranno in futuro.
    di Paolo Tamiro




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