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L'occhio del fisco spiava tutti. Prodi ma pure Berlusconi. E...   NEWS ONLINE
 

L’attenzione nei confronti di Romano Prodi e di sua moglie emerge in una maniera che appare quasi maniacale. Gli accessi ai terminali dell’Agenzia delle Entrate rimasti "tracciati" sono continui. E consentono di scoprire che nello stesso giorno persone diverse, in uffici diversi, hanno inserito la propria password per andare a frugare nell’archivio informatico e così scoprire nei dettagli la loro posizione patrimoniale, quella fiscale, i condoni chiesti e ottenuti, le transazioni, le donazioni. Dati riservati sulla coppia, ma non solo. Perché il primo esame dei documenti estratti dai computer e analizzati dai finanzieri dello Scico, consegna la lista di altre personalità istituzionali "spiate". Un elenco che mischia personaggi diversi, accostando alte cariche dello Stato a personaggi dello sport, veline a giornalisti, politici a pornostar. E che contiene anche il nome di Angelo Rovati, il consigliere economico del premier costretto alle dimissioni dopo le roventi polemiche sul caso Telecom.

Gli investigatori hanno accertato che accessi illegali sono stati compiuti non soltanto nei confronti di Giorgio Napolitano, ma anche del suo predecessore Carlo Azeglio Ciampi. E che i terminali sono stati interrogati per avere i dettagli sulla posizione di Silvio Berlusconi e di sua figlia Marina (e si parla anche dell’ex ministro Giulio Tremonti). Per conoscere la situazione patrimoniale e fiscale di Piero Fassino e Massimo D’Alema. Per sapere l’ammontare dei guadagni e le altre movimentazioni del calciatore della Roma Francesco Totti e di quello della Juventus Alessandro Del Piero, del giornalista Emilio Fede, e della starlette Giorgia Palmas. Qualche mese fa qualcuno si è preso la briga di andare a controllare anche Moana Pozzi forse suggestionato dalle notizie circolate più volte sulla possibilità che possa essere ancora viva. Gli accertamenti ordinati dalla Procura di Milano riguardano gli ultimi due anni. Gli uomini guidati dal colonnello Ignazio Gibilaro hanno verificato tutti gli accessi e poi hanno confrontato la password utilizzata con le pratiche assegnate all’impiegato o al finanziere che l’aveva inserita per verificare se avessero titolo per effettuare quel tipo di funzione. E così hanno individuato le 127 persone ora indagate per "aver effettuato interrogazioni non attinenti ad alcuna attività di carattere istituzionale", così come specificato nei decreti di perquisizione eseguiti giovedì.

Ma non hanno ancora terminato. Perché adesso bisognerà scoprire se ci siano collegamenti almeno tra alcuni di loro e soprattutto sapere per conto di chi lo hanno fatto. Del resto l’analisi dei dati raccolti e soprattutto dei giorni in cui sono avvenuti gli accessi ritenuti illeciti, mostra che l’attività illegale sui personaggi politici si è concentrata in momenti ritenuti strategici per la vita politica. La richiesta al terminale su Piero Fassino risale al settembre 2005 e questo fa presumere a chi indaga che possa essere collegata a quanto stava avvenendo nell’ambito delle inchieste sulle scalate finanziarie di Antonveneta e Bnl. Più recenti sono quelle su Ciampi e Napolitano, ma anche su Berlusconi e sulla figlia. Ripetute nel tempo quelle su Romano Prodi, che arrivano fino a qualche giorno fa. Masi concentrano in particolare su due momenti: novembre 2005 che coincide con la fine del mandato di presidente della Commissione Europea e aprile 2006 e dunque l’avvio della campagna elettorale. È in questi periodi che gli accessi diventano continui e avvengono nella maggior parte dei casi da postazioni molto distanti tra loro. Chi le ha ordinate? Chi ha disposto gli accertamenti sulle altre personalità? Se è possibile ipotizzare che qualche richiesta sia stata fatta per pura curiosità, moltissime non sembrano avere una spiegazione plausibile anche perché appaiono mirate e fin troppo dettagliate.

La traccia lasciata dimostra che è stata controllata la situazione patrimoniale e fiscale, ma che ci si è concentrati anche su eventuali società intestate alle persone, sono stati esplorati i collegamenti tra le aziende e le eventuali fusioni, con particolare attenzione all’ammontare del capitale sociale e ai bilanci oltre agli eventuali mutamenti negli assetti proprietari. Informazioni preziose, soprattutto per chi ha intenzione di utilizzarle per scopi illegali. Inquietanti vengono ritenute le richieste effettuate dai militari della Guardia di Finanza perché è già stato accertato che mai avevano ricevuto delega per compiere accertamenti legati ad attività giudiziarie. E adesso si indaga per scoprire se tra loro, così come tra gli impiegati dell’Agenzia per le Entrate, ci sia qualcuno che ha collegamenti con agenzie investigative, con personaggi politici, con altri apparati dello Stato. Contatti che potrebbero rivelarsi determinanti per individuare i mandanti di questi controlli illeciti. Perché se è vero che alcuni dati sono facilmente rintracciabili su Internet, altre informazioni "sensibili" si possono acquisire soltanto avendo un accesso diretto e autorizzato a questo tipo di banca dati e questo fa presumere l’esistenza di una strategia.

 

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